Romano Leporesi (1935-2003) ceramista e pittore nato a Brighella (Ravenna). Da giovanissimo ha frequentato la scuola di disegno “G.Ugonia” di Brighella con la guida del Prof. Pino Parini; In seguito ha studiato e operato presso l’Istituto d’Arte di Faenza diplomandosi a pieni voti nel 1955. Ha lavorato poi - per qualche anno - in una famosa fabbrica di ceramica nella Rep. di San Marino. Nel Titano ha stretto forti amicizie con artisti e pittori della zona. Con il Gruppo sanmarinese Iniziò a dipingere in “en plein air”, esercitando una interessante tecnica del tutto personale. Nel 1957 si trasferisce in Francia a Luneville, dove tiene, l’anno seguente, la sua prima mostra personale di acquerelli con vedute del luogo. Nel 1960 torna in Italia e precisamente a Santarcangelo di Romagna per ricamarsi cinque anni di attività in uno “studio di ceramica”. Lascia l’attività di artigianato per ritornare a fare il pittore. Prende la residenza a Rimini
nel 1965 la sua attività artistica diventa un crescendo di mostre personali e collettive ottenendo favorevoli consensi di critica e di pubblico qualificato. Poi, due anni bui a causa di problemi di salute; dal 1970 - finalmente - ritorna alle sue mostre con nuovo vigore per partecipare a importanti manifestazioni d’arte. Leporesi dipinge ad olio, a tempera, ma il prediletto è e sarà sempre di più l’acquerello, tecnica questa che l’ha reso famoso negli ambienti artistici romagnoli. Dipinge con tecnica “sfuggente”, una tecnica personalissima di cui ne vanta l’ideazione. Nel settembre 1980 viene nominato Maestro d’Arte Romagnolo con diploma per meriti acquisiti. A Rimini insegnerà, fino al 2003, decorazione per la ceramica commerciale e artistica presso il Centro professionale ENAIP “S.Zavatta”.

Ecco cosa ha detto di Leporesi lo storico di Rimini Manlio Masini:

Il suo linguaggio pittorico, pur mantenendosi legato al figurativo, è uscito dal suo rigore formale personalizzandosi su di una “trama” moderatamente “decostruzionista”, dove la semplificazione del raffigurato, la scomposizione degli spazi e il fluire della luce che scivola carezzevole nel contesto di un misurato disordine, creano un incantevole palcoscenico di evanescenti riflessi. Un idioma libero e moderno, ma accessibile, perché, come scrive Gaetano Lanolina, “Leporesi tende a contenere, in giusto equilibrio, la propria fantasia pittorica, con il gusto del comporre e col suo amore per la chiarezza”. (Manlio Masini)

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